venerdì 22 febbraio 2008

RECENSIONE su La Cronaca d'Abruzzo di IMPULSO DI VERSO

Poesia fondamentalmente satirica, spesso gnomica, quella di Gianfranco Contini, ora pervasa di lucido pessimismo, che s’incupisce talvolta fino all’amarezza del sarcasmo, ma condita di sapida, ammiccante ironia. Poesia dell’intelligenza che conosce se stessa e si fa metro di giudizio del mondo, delle sue banalità, dei suoi eccessi fuorvianti, della sua proterva immoralità, della sua cieca fede in un progresso problematico, quando non fatuo e inconsistente, in ogni caso deludente.
Molte delle brevi liriche dello psichiatra teatino deridono impietosamente l’acritica fiducia della nostra società in una tecnologia, quella di “internet”, spesso inaffidabile, anzi traditrice delle umani aspettative; smascherano senza possibilità di appello l’esercizio cinico e sfrontato del potere, vuoi quello economico-mercantine della globalizzazione vuoi di quello politico, e non solo nostrano. Un versificare attraverso il quale si tradisce un’esigenza intellettuale di comprensione del mondo e di igienico distacco dalle sue aberrazioni. In questa scrittura, che solo incautamente si definisce estemporanea e contingente, mil lettore attento potrà apprezzare un esercizio del portabile in cui il Contini cala la sua attitudine ad un rigorosa, forse austera eticità, senza rinunciare al riso ol sorriso: “ quis vetat ridendo dicere verum?” aveva detto l’umanissimo Orazio duemila anni fa. E l’ironia continiana traspare fin dal titolo del libro, desunto dalla lirica eponima a pagina 25, dove l’autore aaloquisce l’impulso diverso, mentre in copertina si legge “Impulso di verso”. Errore o gioco studiato e provocatorio di ambiguità polisemica con il lettore? Conoscendo da anni Gianfranco propendo per la seconda interpretazione. Non manca in questo prezioso libretto l’amore incondizionati per il mare e per la sua legge: si meiditino i versi “Dentro il mare”, sortiti dall’esperienza di velista di lungo corso dell’autore. E poi altrettanti fotogrammi di un’esistenza prestata ad amori, forse a passioni, a interessi e passatempi, per arrivare all’amara, lucida consapevolezza di un “vivere/senza aver mai saputo/vivere”.

Gianfranco Contini, “Impulso di verso”, Tabula Fati, Chieti 2007, pp.93 euro 6,00.

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