sabato 2 giugno 2007

Una recensione alla raccolta di versi della poetessa abruzzese Anna Ventura

Molte delle poesie pubblicate da Anna Ventura in “Cinquanta poesie” sembrano prendere forma grazie a una sorta processo di disvelamento. Processo che si attua attraverso l’acquisizione dell’oggetto comune, del momento abituale, del luogo possibile come elementi capaci di innescare il cortocircuito che genera il verso. L’osservazione del circostante consente alla poetessa di risalire la corrente delle memorie intime, oppure di scorgere un punto di fuga da cui poi si sviluppa, tramite una traduzione metaforica, un’immagine compiuta, inizialmente suggerita da un frammento del presente, di evidente forza poetica. All’assenza di verbosità e all’equilibrio strutturale dei componimenti si uniscono alcune caratteristiche ricorrenti, come il nitore espressivo, l’agilità strofica e l’omogeneità timbrica. Quella di Anna Ventura è perciò una scrittura poetica sobria, composta, talvolta severa, ma non povera, né spigolosa e arida. Spesso si vale di toni conversativi, colloquiali, sfrondati da ampollosità e ridondanze, con ampio giovamento del vigore espressivo e della scansione ritmica. Le poesie di Anna Ventura offrono una larga possibilità di partecipazione, lasciando assaporare un sostrato umano disseminato dagli accenti di una forte sensibilità femminile. Questa femminilità non rappresenta tuttavia una forza prevaricatrice dei versi, tanto meno costituisce una premessa per sdolcinate ostentazioni di buoni sentimenti. È piuttosto parte della condizione di un’identità che rivela un’indole riflessiva e intellettualmente robusta, speculativa nella misura in cui riconosce come improbabile il possesso di una totalità e ammette, viceversa, la prossimità a una parzialità possibile, sulla scorta di un’accettazione serena, ma non semplicistica e inconsapevole, della vicenda umana. Anna Ventura conferma le proprie qualità scrittorie, testimoniando, con una raccolta che ripercorre il suo percorso poetico, il coraggio di porsi extra limites: oltre i confini sin troppo battuti della più ovvia consuetudine regionale, con ciò dimostrando, fra l’altro, come sia possibile esprimere il legame con la propria terra adottando modalità moderne, sostenute dalla frequentazione assidua delle più significative esperienze novecentesche. Esiste poi un altro aspetto da sottolineare: il libro si arricchisce di una versione in francese delle poesie, nella traduzione di Paul Courget, letterato francese di vastissima erudizione. Motivo in più per assaporare i versi di Anna Ventura in forma uguale e diversa: quella di una poesia che appunto si muove extra limites.

(Anna Ventura, “Cinquanta poesie”, Tabula Fati, pp. 143, Euro 7,00)

Simone Gambacorta

http://www.abruzzocultura.it/abruzzo/anna-ventura-cinquanta-poesie

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