sabato 12 settembre 2009

RECENSIONE di Antonella Santarelli a NELLA CASA DEL SOLE

Ha il sapore delle cose belle e perse, la silloge poetica “Nella casa del sole” di Marisa Attolini, Tabula Fati 2009. Perse, perché l’autrice, poetessa affermata, sembra non intenda perseguire l’obiettivo di ammaliare il lettore impressionandolo con parole forti e contenuti inverosimili, come invece fa, nel nostro tempo, la maggior parte di coloro che scrivono. Versi e pensieri sono a misura delle emozioni dell’autrice: le sue poesie sono frammenti di un discorso intimo indirizzato alla madre e a se stessa. I ricordi si innestano su riflessioni elaborate nel corso di un’intera esistenza: anche la poesia più diretta, all’improvviso, abbandona il sentiero del ricordo descrittivo per inseguire pensieri e sensazioni legati, sembra di capire, ad eventi che hanno segnato la parabola della vita.
L’elegia in memoria della madre rivela allora la narrazione di sé da una particolare angolatura, la donna in fieri che conosce e si confronta con la figura femminile materna troppo grande da definire compiutamente. In punta di piedi si può, allora, entrare nel rapporto madre – figlia: il limite per non andare oltre è dato dalla stessa autrice con i richiami a ciò che non è detto esplicitamente.

Antonella Santarelli

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